Una giornata per non dimenticare, per raccontare «come il tempo si fermò, la terra pianse lacrime d’aceto e grandine», come canta Laura Pausini in Dove l’aria è polvere.
Il 4 novembre si celebra la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Le note del Silenzio, che in molte città accompagnano l’omaggio ai Caduti di tutte le guerre, riassumono una lunga storia di impegno e sacrifici per costruire l’Italia e difendere la libertà, la democrazia e i diritti di cui noi tutti godiamo. Un lungo filo unisce i patrioti del Risorgimento e i soldati di tutte le guerre a quanti oggi si battono per la libertà in varie parti del mondo e sono quotidianamente impegnati per...
costruire un futuro di pace in un mondo di fratellanza.
Storia e attualità si intrecciano in una ricorrenza spesso vissuta distrattamente, ma che rievoca uomini e donne incontrati nei libri di scuola, che raccontano pericoli, torture, vite spezzate per consegnarci una terra libera e moderna. Da Carlo Pisacane a Ciro Menotti, dai Fratelli Bandiera ai Martiri di Belfiore, passando per le vittime delle dittature e dell’Olocausto, delle guerre e della Resistenza, fino a tanti sconosciuti eroi, la storia e la cronaca parlano di quotidiani sacrifici per un’Italia e un mondo migliori.
«Mia cara Mary, compagna ideale della mia vita - si legge in una delle innumerevoli lettere dei condannati a morte per la libertà, in questo caso il maggiore dell’Aeronautica Ugo Machieraldo di Cavaglià (Vercelli) - questa sarà l'ultima lettera che tu avrai dal tuo Ugo! Ed io spero che sappia portarti tanto conforto. Il tribunale militare tedesco di Cuorgnè mi ha condannato a morte mediante fucilazione ed io attendo con altri due patrioti (Orla Riccio di Borgofranco e Ottinetti Piero di Ivrea) di passare da un momento all'altro a miglior vita. Sono perfettamente sereno nell'adempiere il mio dovere verso la Patria, che ho sempre servito da soldato senza macchia e senza paura, sino in fondo…».
La data del 4 Novembre commemora la fine del primo conflitto mondiale del 1918, ora ricordata con i Caduti di tutte le guerre. Storie da non dimenticare, come piccolo gesto di gratitudine verso chi ci ha risparmiato sofferenze e distruzioni, storie raccontate con poche, incisive parole dal poeta Ungaretti in San Martino del Carso: «Di queste case / non è rimasto / che qualche / brandello di muro / di tanti / che mi corrispondevano / non è rimasto / neppure tanto / Ma nel cuore / nessuna croce manca / E’ il mio cuore / il paese più straziato». (Anna Ferrero)