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INCIPIT L'inizio di ...

Tristano

di Thomas Mann

(Germania 1875-1955)

Eccoci qui, al sanatorio “La Quiete”! Col suo lungo fabbricato principale e le ali contigue, si stende, bianco e rettilineo, in mezzo all’ampio giardino, che assai piacevolmente adornano grotte, pergolati e chioschetti rivestiti di corteggia d’albero; mentre dietro i tetti d’ardesia si ergono, imponenti, verso il cielo i monti verdi d’abeti e digradanti in piacevoli dirupi.

Ancora il dottor Leander dirige lo stabilimento: barba nera biforcuta, dura e riccia come il crine di cavallo di cui s’imbottiscono i mobili; lenti grosse, scintillanti; aspetto di uomo che la scienza ha raggelato, indurito e riempito di un calmo e indulgente pessimismo…

«Non avrò più fame»

Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu Via col vento. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non ... - LEGGI TUTTO

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Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria e, per non dimenticare, proponiamo la figura di Giorgio Perlasca, un uomo che ha rischiato la propria vita per salvarne molte altre. Ha aiutato oltre cinquemila ebrei a fuggire dall’inferno di Budapest dominata dai nazisti e ora il suo nome è scritto nel libro dei «Giusti». Giorgio Perlasca, nato in una famiglia borghese di Como, nel 1944 si trovava nella capitale ungherese e di fronte alle atrocità delle Croci Frecciate, i nazisti locali, si è fatto passare per console ...

spagnolo e ha rilasciato migliaia di finti salvacondotti per strappare gli ebrei a uno spietato destino. La sua incredibile storia è stata ricostruita molti anni dopo, alla fine degli anni Ottanta, quando alcune donne ebree ungheresi da lui salvate si sono messe alla ricerca del "console spagnolo Jorge Perlasca", che aveva salvato loro e tanti altri ebrei. Israele gli ha conferito il titolo di Giusto tra le Nazioni e per ricordarlo a Gerusalemme è stato piantato un albero nel viale dietro al memoriale dei bambini al museo Yad Vashem. Nella capitale ungherese è ricordato al Memoriale dei Giusti nel cortile della sinagoga.

La straordinaria avventura dello «Schindler italiano» è raccontata nel film proposto dalla Rai dal titolo Perlasca. Un eroe italiano, una coproduzione di Italia, Francia, Svezia e Ungheria, con la sceneggiatura tratta dal libro La banalità del bene di Enrico Deaglio. «Quella di Giorgio Perlasca - spiega il sito della Fondazione dedicata alla sua memoria - è la straordinaria vicenda di un uomo che, pressoché da solo, nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi un ruolo, quello di console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo.

Tornato in Italia dopo la guerra la sua storia non la racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, semplicemente perché riteneva d’aver fatto il proprio dovere, nulla di più e nulla di meno.
Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest la sua storia sarebbe andata dispersa. Queste donne, alla fine degli anni ’80 misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca.
La storia di Giorgio Perlasca dimostra come per ogni individuo è sempre possibile fare delle scelte alternative anche nelle situazioni peggiori, in cui l’assassinio è legge di stato e il genocidio parte di un progetto politico.
A chi gli chiedeva perché lo aveva fatto, rispondeva semplicemente: «... ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l’odio e la violenza?».

Una storia straordinaria. Protagonista «un eroe italiano». (Felice d'Adamo)

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EXPLICIT La fine di ...

Il gattopardo

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

(Palermo 1896-1957)

… Pochi minuti dopo quel che rimaneva di Bendicò venne buttato in un angolo del cortile che l’immondezzaio visitava ogni giorno: durante il volo giù dalla finestra la sua forma si ricompose un istante: si sarebbe potuto vedere danzare nell’aria un quadrupede dai lunghi baffi e l’anteriore destro alzato sembrava imprecare. Poi tutto trovò pace in un mucchietto di polvere livida.

Galleria degli Artisti

La Crusca per l'Italia

Una storica istituzione a tutela della lingua italiana, impegnata ancora oggi nelle nuove frontiere dell’evoluzione linguistica, è l’Accademia della Crusca, che ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Castello. Il sito web (www.accademiadellacrusca.it) è un portale interamente dedicato alla lingua ... - LEGGI TUTTO

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