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INCIPIT L'inizio di ...

Tristano

di Thomas Mann

(Germania 1875-1955)

Eccoci qui, al sanatorio “La Quiete”! Col suo lungo fabbricato principale e le ali contigue, si stende, bianco e rettilineo, in mezzo all’ampio giardino, che assai piacevolmente adornano grotte, pergolati e chioschetti rivestiti di corteggia d’albero; mentre dietro i tetti d’ardesia si ergono, imponenti, verso il cielo i monti verdi d’abeti e digradanti in piacevoli dirupi.

Ancora il dottor Leander dirige lo stabilimento: barba nera biforcuta, dura e riccia come il crine di cavallo di cui s’imbottiscono i mobili; lenti grosse, scintillanti; aspetto di uomo che la scienza ha raggelato, indurito e riempito di un calmo e indulgente pessimismo…

«Non avrò più fame»

Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu Via col vento. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non ... - LEGGI TUTTO

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Uno dei simboli più suggestivi dell’Italia unita è «Il bacio», il celeberrimo dipinto dell’artista veneziano Francesco Hayez, ...

pericolo (con le ombre che si scorgono oltre il muro) e indica una partenza imminente, suggerita dal piede dell’uomo sul gradino. Nella prima versione tra i colori è presente anche l’azzurro, simbolo della Francia che aveva contribuito alla liberazione del Lombardo-Veneto, ma il colore svanisce nell’edizione del 1861, quando prevalgono i colori nazionali evidenziando l’autonomia ormai raggiunta dall’Italia.

«Il Bacio - spiegano gli esperti del Museo del Risorgimento di Genova - attrasse il pubblico per il tema seducente del dipinto: il momento più poetico dell’incontro tra due persone. Dell’opera si conoscono quattro versioni. La più nota è proprio la redazione tuttora conservata alla Pinacoteca di Brera. La seconda versione è conservata oggi in collezione privata ed è di modeste dimensioni. Una terza versione fu custodita dall’artista per diversi anni e poi presentata all’Esposizione universale di Parigi del 1867. L’opera è ricomparsa in America, in una collezione privata, e aiuta la comprensione del significato politico dell’opera. Di rilievo l’inserto del panno bianco, un velo caduto, che rappresenta una novità accanto alla scelta di un verde acceso per il risvolto interno del mantello dell’uomo, più smorzato nella versione di Brera. Il bianco - che nella scena di Brera era affidato solo alle maniche della donna - con il verde, il rosso della calzamaglia dell’uomo e la veste azzurra, incrociati, sono i colori che vanno a comporre le bandiere delle due nazioni sorelle, Italia e Francia, la cui alleanza aveva reso possibile la vittoria contro gli Asburgo. Ma è la versione del 1861 a rappresentare il raggiungimento dell’ideale unitario. Con l’impresa dei Mille l’Italia aveva dimostrato di poter fare a meno della Francia. Viene quindi tralasciato il riferimento all’azzurro dell’abito femminile, che diventa una veste bianca di seta, per lasciar posto ai soli colori del vessillo del neonato Regno d’Italia».

Icona del Romanticismo, «Il bacio» è stato scelto per la mostra itinerante in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni di unità nazionale. Per due anni l’opera di Hayez è stata presentata in città simbolo del Risorgimento italiano. Attraverso un tour di notevole impatto e suggestione la mostra ha toccato le città d’Italia coinvolte, a diverso titolo, nella vicenda della liberazione dall’Austria e nella costituzione dell’Unità nazionale. Il viaggio è iniziato al Castello di Miramare a Trieste: dopo l’ingresso a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III, l’8 giugno 1859, Miramare divenne la sede di Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe e governatore di Milano, che era stata la capitale del Regno Lombardo Veneto. Seconda tappa è stata Genova, porto d’imbarco della Spedizione dei Mille e «Il bacio» è stato proposto al Museo del Risorgimento, prestigiosa sede espositiva del capoluogo ligure creata nella casa natale di Giuseppe Mazzini. L’esposizione successiva a Firenze ha voluto ricordare la città che ha avuto un ruolo importante nella costruzione della storia unitaria ed è stata la seconda capitale d’Italia. Per le celebrazioni del 2 Giugno, con la partecipazione di rappresentanti di un centinaio di Stati stranieri, «Il bacio» è stato esposto a Roma, capitale d’Italia. Successivamente l’opera di Hayez è stata proposta alle celebrazioni della prima capitale italiana, Torino, con l’esposizione alla Reggia di Venaria.

Francesco Hayez con la sua arte ha espresso le attese e le inquietudini del Risorgimento, epoca di cui il pittore veneziano è stato, con Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni, il maggiore interprete, contribuendo insieme a loro a costruire l’unità culturale del nostro paese, ancora prima che questa divenisse unità politica. A lui le Gallerie di Milano hanno dedicato la più completa e aggiornata esposizione monografica, con tre versioni di «Il bacio», l’immagine che continua a raccontare una grande passione, simbolo del riscatto di un popolo e sintesi di sogni e sacrifici di chi si è battuto e si batte per un’Italia migliore. (Felice d'Adamo)

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EXPLICIT La fine di ...

Il gattopardo

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

(Palermo 1896-1957)

… Pochi minuti dopo quel che rimaneva di Bendicò venne buttato in un angolo del cortile che l’immondezzaio visitava ogni giorno: durante il volo giù dalla finestra la sua forma si ricompose un istante: si sarebbe potuto vedere danzare nell’aria un quadrupede dai lunghi baffi e l’anteriore destro alzato sembrava imprecare. Poi tutto trovò pace in un mucchietto di polvere livida.

Galleria degli Artisti

La Crusca per l'Italia

Una storica istituzione a tutela della lingua italiana, impegnata ancora oggi nelle nuove frontiere dell’evoluzione linguistica, è l’Accademia della Crusca, che ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Castello. Il sito web (www.accademiadellacrusca.it) è un portale interamente dedicato alla lingua ... - LEGGI TUTTO

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