Un frammento d’Italia su Marte con il Codice del Volo e l’Autoritrat- to di Leonardo da Vinci. La navicella della Nasa, partita da Cape Canaveral negli Stati Uniti alla ricerca della vita sul ...

pianeta rosso, porta con sé i due celebri simboli della scienza e della italianità. In un circuito integrato, collocato sulla plancia di comando del robot semovente Curiosity, sono stati fissati i due capolavori dello scienziato italiano.

L’esplorazione di Marte è cominciata al termine di un viaggio lungo 250 milioni di chilometri e, dopo anni di ricerche, tracce sulla presenza in epoca remota dell'acqua sono state trovate nel cratere “Gale”, un ex lago essiccato di Marte, che aveva condizioni favorevoli alla vita. Intanto avanza il programma della Nasa Journey to Mars  che porterà i primi esseri umani a calpestare la superficie rossa di Marte. Gli astronauti si stanno addestrando sui ghiacci dell’Antartide in condizioni estreme e ostili, come quelle che troveranno su Marte. Gli aspiranti marziani devono abituarsi a mesi di completo isolamento, come avviene all’Antartide durante la notte polare, quando il sole sparisce per mesi, i forti venti e le temperature sotto zero per decine di gradi non consentono rifornimenti di cibo.

L’idea di inviare su Marte anche i celebri documenti leonardeschi è maturata in occasione della visita a Torino di Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, a Pasadena, che organizza le missioni su Marte. La direttrice della Biblioteca Reale torinese, Clara Vitulo, attraverso il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Enrico Saggese, aveva offerto alla Nasa un file contenente le immagini dell’Autoritratto e i 18 fogli del Codice del Volo, scelti per il viaggio interplanetario. Una presenza altamente simbolica che lega la radici della scienza alle esplorazioni più avanzate.

L’esplorazione di Marte, iniziata nel 2012, procede con Curiosity, il più grande robot mai realizzato per lo studio del pianeta. Si tratta di una macchina grande quanto un’automobile, pesante circa 800 chili, mossa da sei motori alimentati da una piccola centrale nucleare.

Le ricerche sul pianeta rosso si concentrano presso la zona equatoriale nel cratere Gale, che ha un diametro di 160 chilometri ed è stato indicato da un centinaio di geologi, in quanto sarebbe stato formato anticamente dalle acque. Si cercano acqua e molecole base della vita e si analizzano clima e radioattività. Frontiere avanzate della ricerca, legate anche al genio di Leonardo, che nei primi anni del Cinquecento studiò il volo degli uccelli e descrisse la “macchina volante” con le sue analisi contenute nel Codice del Volo, conservato nella Biblioteca Reale di Torino. E la città piemontese è presente anche nella didascalia che accompagna nello spazio i capolavori dello scienziato italiano: Leonardo da Vinci of Turin. (F.d'A.)

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