Viaggiare è vivere e la vita tutta è un viaggio. Andirivieni in spazi ristretti o percorsi sconfinati nei luoghi più noti o più remoti del mondo, i viaggi ...
scandiscono i giorni e registrano i cammini quotidiani e i sentieri dell’anima. Viaggi reali e viaggi immaginari, viaggi vissuti o sognati o rincorsi nei racconti della sconfinata letteratura degli esploratori, dove realtà, immaginazione e sogno si intrecciano per dare vita a una nuova coinvolgente esperienza Questo groviglio di pensieri e ansie probabilmente agitava la vita di un esploratore poco noto, Francesco Negri, che nel XVII secolo visse e raccontò una delle più avventurose esperienze di viaggio. Partito da Ravenna verso le regioni polari, fu il primo a raggiungere Capo Nord.
E’ italiano, quindi, il primo esploratore straniero che raggiunse l’estremo nord norvegese. A quarant’anni, il sacerdote gesuita Francesco Negri partì per le gelide regioni dell’Europa settentrionale e viaggiò attraverso la Svezia, la Norvegia, la Lapponia e la Finlandia, giungendo fino a Capo Nord. L’avventuroso viaggiatore voleva constatare di persona come si potesse vivere e sopravvivere nei gelidi ambienti polari. Le escursioni fra nevi e ghiacci lo portarono spesso a usare gli “skie” che gli consentivano di camminare libero “leggermente strisciando”. Una sorta di sci per il fondo che - racconta – erano foderati di pelle di alce per frenarlo nelle discese ghiacciate. Richiama lo sci di fondo anche la descrizione per rallentare la discesa nei tratti ghiacciati, quando occorre “piegar il corso destramente verso uno dei due lati, formando una linea curva”.
Francesco Negri non tenne un diario di viaggio, ma inviò molte lettere ai suoi superiori e amici descrivendo luoghi e costumi delle comunità visitate nei quasi quattro anni di viaggi attraverso i paesi dalle ombre lunghe. Al suo ritorno, oltre a un forte impegno per i suoi parrocchiani, si dedicò ai rapporti con il mondo scientifico e accademico e a riordinare le memorie del viaggio verso Capo Nord.
Nacque così il Viaggio Settentrionale, che ebbe una tortuosa gestazione, fu dedicato al granduca Cosimo III e, dopo il consenso delle autorità religiose, fu affidato alla stamperia del seminario vescovile di Padova. La pubblicazione andò per le lunghe e vide la luce solo nel 1700, dopo la morte del suo autore. Quasi due secoli dopo, nel 1883, l’editore Zanichelli di Bologna pubblicò Il Viaggio settentrionale di Francesco Negri nuovamente pubblicato a cura di Francesco Gargiolli, un’edizione critica con una dettagliata presentazione dell’autore nell’introduzione di Carlo Gargiolli. Il Viaggio descrive le comunità nordiche e le relazioni sociali, i riti, le abitudini, l’alimentazione, il modo di vestirsi e di comportarsi e giunge a ritenere i lapponi con la loro vita nomade come il popolo più felice della terra.
Nato a Ravenna nel 1623 da una famiglia benestante, Francesco Negri ebbe una profonda formazione umanistica e si dedicò molto del suo tempo alle scienze naturali, geografiche e astronomiche. Coltivò così un forte spirito di avventura che lo portò al lungo viaggio nelle estreme regioni nordiche fra il 1663 e il 1666. Al ritorno continuò ad avere rapporti con molti illustri personaggi dei paesi visitati, nel 1676 illustrò il suo avventuroso viaggio a Federico II a Copenhagen.e fu presentato anche alla regina Cristina di Svezia quando giunse in visita a Roma. Morì nel 1698 senza poter vedere la pubblicazione dell’opera che aveva segnato tutta la sua vita e che suscita curiosità e interesse ancora oggi. (F.d’A.)