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INCIPIT L'inizio di ...

La regina delle tenebre

di Grazia Deledda

(Nuoro 1871-1936)

A venticinque anni, bella, ricca, fidanzata, senza aver mai provato un dolore veramente grande, un giorno Maria Magda si sentì improvvisamente il cuore nero e vuoto.
Fu come il principio d’un malore fisico, che andò di giorno in giorno aumentando, allargandosi, spandendosi.
Ella era felice in casa sua, e un’altra felicità l’aspettava. Ma per raggiungere la nuova felicità, doveva abbandonare l’antica, e le sembrava che allora il rimpianto della famiglia lontana, della dolce casa paterna, della libertà perduta, della patria abbandonata, le avrebbero dato una indicibile nostalgia, avvelenandole la nuova felicità…

«Non avrò più fame»

Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu Via col vento. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non ... - LEGGI TUTTO

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Barriere e ponti animano il dibattito culturale e politico dei nostri giorni, fra aperture sconfinate fino all’utopia e divisioni che si estendono fino al razzismo. Il senso del limite, della barriera, del confine è stato scandagliato da molti scrittori e filosofi e segna anche la quotidianità della vita. Lo scrittore triestino Claudio Magris - nella Prefazione di L'infinito viaggiare, un testo proposto anche ai candidati agli Esami di Stato - offre riflessioni e suggestioni di grande attualità e di palpitante ...

umanità, nel segno del viaggio.

«Non c'è viaggio senza che si attraversino frontiere - politiche, linguistiche, sociali, culturali, psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro nella stessa città, quelle tra le persone, quelle tortuose che nei nostri inferi sbarrano la strada a noi stessi. Oltrepassare frontiere; anche amarle - in quanto definiscono una realtà, un'individualità, le danno forme, salvandola così dall'indistinto - ma senza idolatrarle, senza farne idoli che esigono sacrifici di sangue. Saperle flessibili, provvisorie e periture, come un corpo umano, e perciò degne di essere amate; mortali, nel senso di soggette alla morte, come i viaggiatori, non occasione e causa di morte, come lo sono state e lo sono tante volte. Viaggiare non vuol dire soltanto andare dall'altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure dall'altra parte». 

Oltre generiche aperture e impietose barriere, Claudio Magris affronta sovente il tema della frontiera che «diviene, in alcune opere letterarie, un modo di vivere e sentire, una struttura psicologica e poetica. La frontiera è una striscia che divide e collega, un taglio aspro come una ferita che stenta a rimarginarsi, una zona di nessuno, un territorio misto, i cui abitanti sentono spesso di non appartenere veramente ad alcuna patria ben definita».

«Alle genti di una riva - osserva lo scrittore che ha dedicato molte pagine alla Mitteleuropa - quelle della riva opposta sembrano spesso barbare, pericolose e piene di pregiudizi nei confronti di chi vive sull'altra sponda. Ma se ci si mette a girare su e giù per un ponte, mescolandosi alle persone che vi transitano e andando da una riva all'altra fino a non sapere più bene da quale parte o in quale paese si sia, si ritrova la benevolenza per se stessi e il piacere del mondo».

«La letteratura - spiega Magris in Utopia e disincanto - insegna a varcare i limiti, ma consiste nel tracciare i limiti, senza i quali non può esistere nemmeno la tensione a superarli». «Io penso - aggiunge lo scrittore triestino - che le frontiere vadano superate, ma anche mantenute assieme alla propria identità. Un modo corretto di viverle è sentirsi anche dall'altra parte. Ognuno, come in un mistero medievale, è l’Altro». (Felice d'Adamo)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Dall’altra parte

di Claudio Magris

 

La frontiera è duplice, ambigua; talora è un ponte
per incontrare l’altro,
talora una barriera per respingerlo.

Spesso è l’ossessione
di situare qualcuno o qualcosa dall’altra parte;
la letteratura, fra le altre cose,
è pure un viaggio
alla ricerca di sfatare
questo mito dell’altra parte,
per comprendere che ognuno
si trova ora di qua ora di là -
che ognuno,
come in un mistero medievale,
è l’Altro.

 

EXPLICIT La fine di ...

La luna è tramontata

di John Steinbeck

(Stati Uniti 1902-1968)

… Orden si mise a ridere, d’un riso lieve:

«Questo, me lo sono ricordato. Non m’era sfuggito, questo».

Posi una mano sul braccio di Prackle, e il sottotenente si ritrasse da lui.

E Winter annuì lentamente:

«Sì, te ne sei ricordato. Il debito sarà pagato».

La Crusca per l'Italia

Una storica istituzione a tutela della lingua italiana, impegnata ancora oggi nelle nuove frontiere dell’evoluzione linguistica, è l’Accademia della Crusca, che ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Castello. Il sito web (www.accademiadellacrusca.it) è un portale interamente dedicato alla lingua ... - LEGGI TUTTO

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