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INCIPIT L'inizio di ...

Risorgimento senza eroi

di Piero Gobetti

(Torino 1901-1926)

Il Risorgimento italiano è ricordato nei suoi eroi. In questo libro mi propongo di guardare il Risorgimento contro luce, nelle più oscure aspirazioni, nei più insolubili problemi, nelle più disperate speranze: Risorgimento senza eroi. Il dramma del Risorgimento è nei tormenti della sua preparazione e della sua mancata preparazione. È materia per quelli che si sono scelta la parte dei precursori, dei disperati lucidi, dei vinti che non avranno mai torto perché nel mondo delle idee sanno far rispettare le distanze anche ai vincitori delle sagre di ottimismo. La storia è infallibile nel vendicare gli esuli, i profeti disarmati, le vittime delle allucinazioni collettive…

Hugo e l’Europa unita

Gli Stati Uniti d’Europa erano già nella visione lungimirante di Victor Hugo, il grande scrittore, poeta e drammaturgo, considerato il padre del Romanticismo in Francia. Quasi due secoli fa, al Congresso internazionale della pace svoltosi nel 1849 a Parigi, tenne un memorabile discorso sull’assurdità e la tragicità ... - LEGGI TUTTO

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Questo articolo è rivolto a persone di media cultura, che hanno fatto buoni studi, conservano ricordi di scuola e coltivano ancora qualche interesse culturale, non è per studiosi specialisti della Divina Commedia o di critica letteraria. Le letture dei canti dell’Inferno di Dante donateci da Roberto Benigni, grandissimo attore nato in Toscana, hanno fatto un miracolo grandissimo, mi hanno fatto riaprire il libro della Divina Commedia, per seguirne la lettura e capirne il significato. Cosa che avveniva solo a scuola ai tempi del liceo, quando un professore volenteroso ci leggeva un canto alla settimana. Allora mi sembrava di ...

capirci qualche cosa, successivamente i miei rapporti con il Divino Poeta si sono limitati a sporadiche frequentazioni, senza risultati. Parimenti senza risultati, l’ascolto delle letture proposte da altri famosi attori che si sono cimentati con Dante. Dopo il mio coscienzioso ascolto delle loro esibizioni, mi rimaneva a mente il suono delle voci, la musica della lingua, ma non il significato del testo. Ero infine mortificata della mia ignoranza, e frustrata nel desiderio di capire qualcosa di ciò che era stato letto.

Diversamente va l’esperienza dell’ascolto delle letture del toscano Roberto Benigni. Per un lungo periodo ho quasi snobbato queste letture, mi sembrava che un attore geniale, dalla mobilità felina, che entra in scena con musiche, ritmi e movenze da circo equestre di felliniana memoria, di fatto svilisse la divinità del testo. Fino a quando, una sera, vedendolo, mi sono accorta che con le sue spiegazioni, vivacissime e spontanee (almeno apparentemente), capivo, vedevo come in un film, le scene del canto. Con le parole e i gesti dell’attore arrivavo a cogliere il significato dei versi e delle terzine, e infine, quando lui recitava il canto per intero, coglievo bene il significato.

Tutto all’improvviso si è chiarito. La spiegazione fatta da Roberto Benigni con parole e con mobile e vivace gestualità getta luce sul significato del suono delle parole, dello straordinario uso del linguaggio del Divino Poeta. I significati delle scelte lessicali, dei giochi di parole, dei suoni, lunghi o brevi, lievi o forti, dolci e armoniosi, oppure stridenti e volutamente sgradevoli, le rime ed i ritmi, tutto emerge chiaro dall’arte scenica di Benigni.

 Insomma il toscano Roberto Benigni illumina il suo personale sentire della poesia di Dante, la “sente” col cuore oltre che con la mente, e riesce a comunicare il suo sentire, sottolineando tutti gli aspetti popolari e realistici di una poesia e di un linguaggio sempre più lontani dalla nostra sensibilità, anche se frasi e parole di quel testo sacro sono profondamente penetrate nella lingua italiana, per vie misteriose ed ignote. Il miracoloso risultato di tutto questo è che ho ripreso il testo, questa volta con molto piacere, per seguire le sue letture sulla pagina scritta invece di guardare lo schermo luminoso, anche se la scena mostrata, la folla ordinata e partecipe di Piazza Santa Croce in Firenze, con lo sfondo illuminato della facciata della basilica, è di una vera, grande bellezza.

Collocazione geniale per queste letture, una piazza abitata da fiorentini veraci, portatori naturali di ciò che oggi resta della lingua di Dante, meglio di un’aula accademica dove si fa scienza per pochi eletti. Roberto Benigni a Piazza Santa Croce in Firenze fa cultura, di altissima qualità, per tutti: toscani, italiani, e chiunque altro al mondo padroneggi o ami la lingua di Dante. (Emanuela Medoro)

EXPLICIT La fine di ...

La metamorfosi

di Franz Kafka

(Repubblica Ceca 1883-1924)

… Divenuti sempre più silenziosi e comprendon dosi quasi inconsciamente a occhiate, pensavano che sarebbe stato tempo fra poco di cercare per lei un bravo marito.

E fu per loro come una conferma ai nuovi sogni e alle loro buone speranze, quanto alla fine del tragitto la figlia si levò per prima in piedi, stirando il suo giovane corpo.

Tanti libri in libertà

Le vie dei libri sono infinite e, mentre si assiste a un calo dell’editoria cartacea, si aprono nuove strade per i volumi tradizionali che da millenni hanno accompagnato l’umanità. E’ in forte espansione il BookCrossing, una pratica nata negli Stati Uniti e ora in crescita anche in Italia, nota anche ... - LEGGI TUTTO

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