Una comunità si mobilita per salvare un angolo d’Italia denso di storia e di bellezze naturali che rischia di sparire. Nei boschi selvaggi dei Monti Gemelli/Monti della Laga, in provincia di Teramo, si trova il borgo fantasma di Laturo, di influenza longobarda, totalmente dimenticato e immerso ...
in una delle wilderness più autentiche e remote dell' Appennino centrale. Sospeso nel tempo, il borgo si sviluppa sommesso lungo una dorsale di arenaria assediata da monti e fossi di acqua sorgiva. Laturo è raggiungibile solo attraversando esili tracce che si dipanano nei boschi e tramite antiche mulattiere che lo uniscono flebilmente alla civiltà, caratteristica che lo rende attualmente uno dei luoghi senza strada più estremi presenti nel centro Italia in cui ci si sente letteralmente fuori del tempo e dello spazio. Per salvare il borgo abruzzese si è mobilitata l'associazione Amici di Laturo con Federico Panchetti e Martina De Gregoris, che hanno messo in campo un progetto per il ritorno a uno stile di vita più sostenibile a contatto con gli elementi naturali e per la salvezza dal crollo delle case abbandonate negli anni '50 in nome del “progresso”.
«Laturo, infatti, non ha una strada carrabile, se non un vecchio tracciato di taglialegna percorribile da fuoristrada attrezzato che utilizziamo per il trasporto del materiale e per i restauri: nell'assenza di una strada, che sospende completamente nel tempo il borgo, riteniamo che ci sia tutto il fascino e il valore che distingue questo borgo dagli altri. Attualmente ci autofinanziamo e sono state acquistate quattro soluzioni abitative, di cui due restaurate e due in corso di recupero. Contestualmente al recupero conservativo delle case è stata salvata anche la piccola cappellina in sinergia con la diocesi competente di Ascoli Piceno; abbiamo creato e apposto tabelle descrittive della storia del borgo restando fedeli ai racconti delle genti e pastori che qui hanno vissuto; abbiamo censito alcune piante, coltivato piccoli fazzoletti di terra strappati alla prepotenza dei rovi riportando in vita piccoli e ricchi orti (coltivando con successo anche la famosa e autoctona patata turchesa del Parco e rimpiantando specie antiche di alberi da frutta), creato una piccola bottega con cesti, oggetti in legno delle piante morte recuperate nel bosco, tutti rigorosamente fatti a mano da me e Federico, e messo in vendita prodotti locali della montagna nella "Bottega di Laturo". Ci stiamo adoperando per portare luce a questo remoto luogo con sistemi di energia rinnovabile (acquisto di un cubo fotovoltaico da 3kw amovibile non impattante per l'ambiente) e, compatibilmente col nostro attuale lavoro, siamo sul territorio a pulire i sentieri del "nostro regno" (l'ultimo evento, Adottiamo un sentiero 2016, ci ha visti ripulire un sentiero di 13 km che verrà inserito nella nuova Carta Escursionistica dei Monti Gemelli edita da A.Palermi). Vi scrivo perché cerchiamo filantropi, donazioni o compratori interessati a salvare questo borgo dal suo inesorabile crollo, comprando in toto o singole porzioni; cerchiamo aiuto da persone con progetti ampi oppure privati, professionisti, amatori del silenzio e persone che cercano un rifugio in montagna diverso dal comune, stili di vita più sostenibile dove ritornare alla natura: escursionisti che cercano una destinazione per l'anima, dove viaggiare e ristorarsi. Auspichiamo un turismo lento e di nicchia che sia rispettoso dell'ambiente. Nonostante la tenacia della nostra associazione Amici di Laturo, e l'interessamento dell'ordine degli architetti di Teramo che ci ha dedicato un workshop nella sede universitaria di Mosciano, il borgo crolla e abbiamo bisogno di creare un ponte, anche estero, con qualcuno che, innamorandosene, possa davvero salvare Laturo dalla perdita della sua fisionomia, ridando un futuro al suo passato».
Per approfondimenti e contatti visitare il sito http://www.borgodilaturo.it/laturo/borgo-e-case.