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Le Gallerie degli Uffizi di Firenze sono “il miglior museo al mondo”. Lo ha decretato la prestigiosa storica rivista d’arte inglese Timeout, che nella speciale classifica internazionale pone il museo fiorentino prima del Louvre di Parigi e del Moma di New York. Segue al quarto posto il National Museum...

of Modern and Contemporary Art di Seoul e poi, nell’ordine, il National Museum of African American History and Culture di Washington, il museo dell’Acropoli di Atene, il Museo dei guerrieri e dei cavalli di terracotta di Xi’an in Cina, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Rijksmuseum di Amsterdam e la Tate Modern di Londra.

Gli Uffizi hanno sempre goduto di un indiscusso prestigio internazionale e ora hanno un ulteriore riconoscimento. «Non importa se hai già visto mille volte la “Nascita di Venere” di Botticelli - scrive la giornalista Sophie Dickinson, autrice dell'articolo su Timeout -, niente ti prepara all'impatto con il capolavoro reale. E ci sono molti altri spettacolari dipinti rinascimentali da ammirare, come la “Medusa” di Caravaggio e “Giuditta che uccide Oloferne” di Artemisia Gentileschi».

Il primo posto tra i migliori musei al mondo è stato assegnato agli Uffizi non solo per la qualità e il valore delle collezioni. Con la “bellezza travolgente” evidenziata dalla testimonianza inglese, si esalta anche la stessa città che li ospita, Firenze, culla di storia, arte e cultura. Particolarmente con la gestione di Eike Schmidt, lo storico dell’arte tedesco di fama mondiale che lo dirige, le Gallerie degli Uffizi hanno perso completamente l’immagine di un’istituzione antica e polverosa, attraendo nuovi interessi e un nuovo pubblico, che comprende anche tanti giovani. «I miei Uffizi - aveva detto Schmidt all’arrivo a Firenze - saranno pop, cool e anche un po’ rock». E in pochi anni sono diventati anche social, promuovendo un nuovo turismo d’arte.

Di grande rilievo anche i progetti “Uffizi kids - La grandezza degli Uffizi a misura di bambino” e “Uffizi diffusi”, che ha portato alcune opere al di fuori del museo, con un grande riconoscimento anche dalla Cnn statunitense, Una scelta esaltata anche dal Time Magazine, che ha posto le Gallerie fiorentine nella prestigiosa classifica “The World’s 100 Greatest Places”. Per Sophie Dickinson di Timeout agli Uffizi «ci sono così tante opere classiche abbaglianti che alcuni visitatori sono stati portati in ospedale a causa della sensazione travolgente che provocano (Firenze è la culla della sindrome di Stendhal, dopotutto)». (F.d’A.)

 

Una lunga storia, dai Medici al tedesco Schmidt

«L’edificio che accoglie il museo fiorentino - spiegano agli Uffizi - è stato commissionato da Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, che lo volle per ospitare gli “uffizi”, ovvero gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze. Cosimo affidò l’impresa al suo artista di fiducia, Giorgio Vasari, che progettò un edificio con portico a colonne doriche e dall’aspetto insieme elegante e severo, fondato “in sul fiume e quasi in aria”. La costruzione a partire dal 1560 dell’edificio delle Magistrature, originaria denominazione del complesso, comportò demolizioni e il risanamento del rione di Baldracca, quartiere in cui sorgeva l’omonima, malfamata taverna. Vasari risolse brillantemente i problemi imposti dallo spazio limitato adottando soluzioni di grande impatto scenografico. La serliana sull’Arno, elemento architettonico composto dal grande arco centrale e dalle due aperture contigue, inquadrava il piazzale porticato, nuovo foro economico e politico, e l’antico spazio civico per eccellenza, Piazza della Signoria.

Al piano terreno del complesso furono trasferite le 13 Magistrature che governavano la produzione e il commercio fiorentini. Al primo piano sopra il loggiato erano ubicati uffici amministrativi e gli opifici granducali, laboratori dediti alla fattura di oggetti di particolare pregio. L’edificio fu coronato da una loggia, originariamente aperta. Cosimo I richiese l’edificazione di un cavalcavia, tuttora percorribile, teso tra il nuovo edificio e Palazzo Vecchio. Nel marzo 1565, in occasione delle nozze di Francesco I e Giovanna d'Austria, fu realizzato inoltre un passaggio che univa gli Uffizi alla residenza di Palazzo Pitti, l'attuale Corridoio Vasariano. Questa “via aerea”, riservata alla corte per tre secoli, fu aperta al pubblico nel 1865. Alla morte del Vasari (1574) i lavori proseguirono sotto la direzione di Alfonso Parigi e Bernardo Buontalenti cui spetta il completamento dell’edificio, raccordato alla Loggia dei Lanzi nel 1580.

Si deve a Francesco I, Granduca dal 1574 al 1587, il primo allestimento museografico della Galleria posta all’ultimo piano del complesso. Il braccio di levante della loggia ospitava una serie di statue antiche e busti. Lungo il corridoio si apriva la Tribuna, ambiente ottagonale progettato dal Buontalenti, destinato ad accogliere i tesori delle raccolte medicee.

Al tempo di Ferdinando II, tra il 1658 e il 1679, furono affrescati i soffitti del corridoio di ponente. Tra il 1696 e il 1699 il Granduca Cosimo III ordinò la decorazione del corridoio che si affaccia sull’Arno con affreschi di soggetto religioso. Nelle sale all’inizio del braccio di ponente era collocata la Fonderia, farmacia granducale nonché luogo di esposizione di curiosità naturali. Cosimo III prese anche l’iniziativa di trasferire a Firenze alcuni dei più celebri esemplari della statuaria antica conservati in Villa Medici a Roma: la Venere dei Medici, i Lottatori e l’Arrotino, che trovarono posto nella Tribuna buontalentiana.

Nel 1737, la morte senza eredi del Granduca Gian Gastone sancì il tramonto del principato mediceo e le potenze europee disposero con gli accordi preliminari di Vienna del 1735 la cessione del Granducato di Toscana a Francesco Stefano di Lorena, consorte dell’erede al trono imperiale, Maria Teresa d’Asburgo. Con la Convenzione del 1737 Anna Maria, sorella di Gian Gastone, legava le collezioni d'arte medicee alla città di Firenze decretandone l’inalienabilità.

Il successore di Francesco Stefano, il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, aprì nel 1769 la Galleria al pubblico ed affidò a Zanobi del Rosso l’allestimento del nuovo ingresso al Museum Mediceum. Tra il 1842 e il 1856, Leopoldo II ordinò la realizzazione di 28 statue per le nicchie dei pilastri sul piazzale, raffiguranti personaggi toscani illustri dal Medioevo all'Ottocento. Con il Regno d’Italia e il trasferimento delle statue rinascimentali nel nuovo Museo nazionale del Bargello, la Galleria assunse progressivamente la funzione di pinacoteca. Risale al 1956 il riallestimento delle prime sale della Galleria, ad opera degli architetti Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa e Ignazio Gardella. Il 17 dicembre 2011 è stata inaugurata la nuova scala di ponente, progettata da Adolfo Natalini, che consente il collegamento del piano storico della Galleria ai nuovi ambienti del primo piano». Dal novembre 2015 ricopre la carica di direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze lo storico dell’arte Eike Dieter Schmidt.

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