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INCIPIT L'inizio di ...

La regina delle tenebre

di Grazia Deledda

(Nuoro 1871-1936)

A venticinque anni, bella, ricca, fidanzata, senza aver mai provato un dolore veramente grande, un giorno Maria Magda si sentì improvvisamente il cuore nero e vuoto.
Fu come il principio d’un malore fisico, che andò di giorno in giorno aumentando, allargandosi, spandendosi.
Ella era felice in casa sua, e un’altra felicità l’aspettava. Ma per raggiungere la nuova felicità, doveva abbandonare l’antica, e le sembrava che allora il rimpianto della famiglia lontana, della dolce casa paterna, della libertà perduta, della patria abbandonata, le avrebbero dato una indicibile nostalgia, avvelenandole la nuova felicità…

«Non avrò più fame»

Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu Via col vento. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non ... - LEGGI TUTTO

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Questo articolo è rivolto a persone di media cultura, che hanno fatto buoni studi, conservano ricordi di scuola e coltivano ancora qualche interesse culturale, non è per studiosi specialisti della Divina Commedia o di critica letteraria. Le letture dei canti dell’Inferno di Dante donateci da Roberto Benigni, grandissimo attore nato in Toscana, hanno fatto un miracolo grandissimo, mi hanno fatto riaprire il libro della Divina Commedia, per seguirne la lettura e capirne il significato. Cosa che avveniva solo a scuola ai tempi del liceo, quando un professore volenteroso ci leggeva un canto alla settimana. Allora mi sembrava di ...

capirci qualche cosa, successivamente i miei rapporti con il Divino Poeta si sono limitati a sporadiche frequentazioni, senza risultati. Parimenti senza risultati, l’ascolto delle letture proposte da altri famosi attori che si sono cimentati con Dante. Dopo il mio coscienzioso ascolto delle loro esibizioni, mi rimaneva a mente il suono delle voci, la musica della lingua, ma non il significato del testo. Ero infine mortificata della mia ignoranza, e frustrata nel desiderio di capire qualcosa di ciò che era stato letto.

Diversamente va l’esperienza dell’ascolto delle letture del toscano Roberto Benigni. Per un lungo periodo ho quasi snobbato queste letture, mi sembrava che un attore geniale, dalla mobilità felina, che entra in scena con musiche, ritmi e movenze da circo equestre di felliniana memoria, di fatto svilisse la divinità del testo. Fino a quando, una sera, vedendolo, mi sono accorta che con le sue spiegazioni, vivacissime e spontanee (almeno apparentemente), capivo, vedevo come in un film, le scene del canto. Con le parole e i gesti dell’attore arrivavo a cogliere il significato dei versi e delle terzine, e infine, quando lui recitava il canto per intero, coglievo bene il significato.

Tutto all’improvviso si è chiarito. La spiegazione fatta da Roberto Benigni con parole e con mobile e vivace gestualità getta luce sul significato del suono delle parole, dello straordinario uso del linguaggio del Divino Poeta. I significati delle scelte lessicali, dei giochi di parole, dei suoni, lunghi o brevi, lievi o forti, dolci e armoniosi, oppure stridenti e volutamente sgradevoli, le rime ed i ritmi, tutto emerge chiaro dall’arte scenica di Benigni.

 Insomma il toscano Roberto Benigni illumina il suo personale sentire della poesia di Dante, la “sente” col cuore oltre che con la mente, e riesce a comunicare il suo sentire, sottolineando tutti gli aspetti popolari e realistici di una poesia e di un linguaggio sempre più lontani dalla nostra sensibilità, anche se frasi e parole di quel testo sacro sono profondamente penetrate nella lingua italiana, per vie misteriose ed ignote. Il miracoloso risultato di tutto questo è che ho ripreso il testo, questa volta con molto piacere, per seguire le sue letture sulla pagina scritta invece di guardare lo schermo luminoso, anche se la scena mostrata, la folla ordinata e partecipe di Piazza Santa Croce in Firenze, con lo sfondo illuminato della facciata della basilica, è di una vera, grande bellezza.

Collocazione geniale per queste letture, una piazza abitata da fiorentini veraci, portatori naturali di ciò che oggi resta della lingua di Dante, meglio di un’aula accademica dove si fa scienza per pochi eletti. Roberto Benigni a Piazza Santa Croce in Firenze fa cultura, di altissima qualità, per tutti: toscani, italiani, e chiunque altro al mondo padroneggi o ami la lingua di Dante. (Emanuela Medoro)

EXPLICIT La fine di ...

La luna è tramontata

di John Steinbeck

(Stati Uniti 1902-1968)

… Orden si mise a ridere, d’un riso lieve:

«Questo, me lo sono ricordato. Non m’era sfuggito, questo».

Posi una mano sul braccio di Prackle, e il sottotenente si ritrasse da lui.

E Winter annuì lentamente:

«Sì, te ne sei ricordato. Il debito sarà pagato».

La Crusca per l'Italia

Una storica istituzione a tutela della lingua italiana, impegnata ancora oggi nelle nuove frontiere dell’evoluzione linguistica, è l’Accademia della Crusca, che ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Castello. Il sito web (www.accademiadellacrusca.it) è un portale interamente dedicato alla lingua ... - LEGGI TUTTO

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