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INCIPIT L'inizio di ...

Tristano

di Thomas Mann

(Germania 1875-1955)

Eccoci qui, al sanatorio “La Quiete”! Col suo lungo fabbricato principale e le ali contigue, si stende, bianco e rettilineo, in mezzo all’ampio giardino, che assai piacevolmente adornano grotte, pergolati e chioschetti rivestiti di corteggia d’albero; mentre dietro i tetti d’ardesia si ergono, imponenti, verso il cielo i monti verdi d’abeti e digradanti in piacevoli dirupi.

Ancora il dottor Leander dirige lo stabilimento: barba nera biforcuta, dura e riccia come il crine di cavallo di cui s’imbottiscono i mobili; lenti grosse, scintillanti; aspetto di uomo che la scienza ha raggelato, indurito e riempito di un calmo e indulgente pessimismo…

«Non avrò più fame»

Il primo film che le nostre nonne e le nostre madri andarono a vedere dopo la guerra fu Via col vento. Molte si identificarono in una scena: Rossella torna nella sua fattoria, la trova distrutta, e siccome non mangia da giorni strappa una piantina, ne rosicchia le radici, la leva al cielo e grida: «Giuro che non ... - LEGGI TUTTO

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Dopo una lunga stagione di restauri Castel Thun, in provincia di Trento nella Val di Non, è stato riaperto al pubblico e si presenta in tutto il suo splendore in un fantastico scenario.

Castel Thun è una straordinaria residenza signorile, un raro esempio di dimora principesca che conserva ancora gli arredi originali, oltre a una ricca pinacoteca e a preziose collezioni d’arte. «Armonico risultato di varie fasi evolutive succedutesi nei secoli - spiegano gli esperti dello Studio Esseci -  Castel Thun è un esempio tra i più interessanti di architettura castellana oltre a rappresentare un luogo molto significativo per la storia del principato vescovile: qui nella magnifica stanza del vescovo, morì nel 1800 Pietro Vigilio Thun, l’ultimo principe vescovo della secolare storia del Principato vescovile di Trento. Il ...

maniero unisce il bel palazzo signorile circondato da ampi giardini a un complesso sistema di fortificazioni, costituito da torri, bastioni, fossati e muraglie.
L’aspetto più affascinante di Castel Thun è che non ha mai smesso di essere abitato, conservandosi nel tempo come dimora arredata, specchio del gusto della famiglia, ma anche del confort e delle esigenze degli esponenti di un ricco casato. Rinascimento, Settecento, Impero e Biedermaier convivono nelle sale: secretaires, cassettoni a ribalta, stipi, divani, comodini stile impero, stufe ad olle, argenteria, porcellane, vetri da tavola, armi bianche, forzieri, carrozze, slitte, oltre a dipinti della scuola dei Bassano, ritratti di Giambattista Lampi, Crespi, Molteni, Garavaglia, Procaccini, Bergler, sculture dell’Insom fanno di questa dimora un gioiello da scoprire. Nel percorso espositivo, curato dallo staff del Castello del Buonconsiglio, si potranno vedere alcuni filmati e installazioni multimediali tridimensionali che ricostruiranno la storia del castello e della famiglia Thun. Alla fine del Medioevo la famiglia Thun era già vasta e ramificata, ricca e potente. Possedeva in Trentino e in particolare in Val di Non una rete strategica di castelli e fortezze, fra cui primeggia il maniero di Thun, che domina la valle circostante da un osservatorio privilegiato. Dopo il tracollo delle fortune del casato trentino, che determinò, nel 1871, la vendita del palazzo di città al Comune di Trento, il castello passò nel 1926 al ramo boemo della famiglia, che non solo mantenne l’uso residenziale, ma contribuì alla conservazione dell’edificio e all’arricchimento dell’arredo. Così, quando alla scomparsa dell’ultimo abitante Thun, Zdenko Franz Thun Hohenstein, la Provincia di Trento decise di acquisire il castello, nel 1992, entrò in possesso non solo di un monumento, di uno scrigno di memoria, ricco di collezioni d’arte, di una preziosa biblioteca, di uno straordinario archivio, ma anche dell’aura della vita vissuta, per secoli, da una stirpe illustre di importanza internazionale, che segnò con le sue vicende la storia trentina e mitteleuropea. L’archivio della famiglia poi, è una delle raccolte di documenti più importanti e significative dell’intera regione. Custodito fino al 1992 proprio nel castello, era consultabile, grazie alla intelligenza e alla generosità dei proprietari, fin dall’Ottocento.
L’illustre studioso Tommaso Gar ebbe modo di dichiarare che una storia del Principato trentino e della Contea del Tirolo non potrebbe essere scritta senza consultare queste antiche carte. L’archivio fu purtroppo in parte venduto al ramo boemo della famiglia nel 1879, per fronteggiare la grave situazione economica del casato trentino. Nonostante questo, conserva una quantità tale di pergamene, registri, buste, mappe, da renderlo una testimonianza e una fonte essenziale. La famiglia Thun è’ una delle più antiche, se non la più antica, famiglia nobile del Trentino, documentata già nel 1050. Nel 1190 vengono citati come “illi de Tono” (in seguito anche “de Thono”):la famiglia prese il nome dal luogo di origine,il paese di Ton nella bassa Valle di Non. In seguito il nome assunse la forma tedesca “Thun” o “Thunn”. Vassalli prima dei signori di Flavon e poi degli Appiano, costruiscono i loro primi castelli nell’attuale territorio del comune di Ton: sul dosso di Visione; quello di S. Pietro; un fortilizio sul dosso di Castelletto in prossimità della chiusa della Rocchetta; inoltre il castello di Belvesino,ossia l’attuale castel Thun. Il potere della dinastia feudale si estese soprattutto alle valli di Non e di Sole, con l’acquisizione dei castelli di Bragher, di Castelfondo, di Altaguardia e di Caldes. A Trento i Thun risiedevano in Contrada Larga, nel cuore della città, in alcuni edifici acquisiti a partire dalla metà del secolo XV. Annessi alla matricola nobiliare tirolese nel 1472, vennero elevati al grado di baroni nel 1530 e a quello di conti del Sacro Romano Impero nel 1629, per concessione dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo. Già sul finire del secolo XIV i Thun erano divisi in numerose linee; in seguito le linee principali sono, insieme a quella di Castel Thun, quelle di Braghér, Castelfondo, Caldés, e di Trento. Ad esse si aggiunge l’importante linea boema, il cui capostipite fu Giovanni Cipriano (1569 - 1631): i possedimenti boemi gli provenivano dal fratello Cristoforo Simone, uno dei protagonisti della Guerra dei Trent’anni (1618-1648), che in occasione del conflitto conquistò, grazie anche al favore imperiale, numerosi possedimenti in Boemia, Slesia e Turingia».

EXPLICIT La fine di ...

Il gattopardo

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

(Palermo 1896-1957)

… Pochi minuti dopo quel che rimaneva di Bendicò venne buttato in un angolo del cortile che l’immondezzaio visitava ogni giorno: durante il volo giù dalla finestra la sua forma si ricompose un istante: si sarebbe potuto vedere danzare nell’aria un quadrupede dai lunghi baffi e l’anteriore destro alzato sembrava imprecare. Poi tutto trovò pace in un mucchietto di polvere livida.

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La Crusca per l'Italia

Una storica istituzione a tutela della lingua italiana, impegnata ancora oggi nelle nuove frontiere dell’evoluzione linguistica, è l’Accademia della Crusca, che ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Castello. Il sito web (www.accademiadellacrusca.it) è un portale interamente dedicato alla lingua ... - LEGGI TUTTO

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