L'inno ufficiale dell'Unione Europea è il celeberrimo brano della Sinfonia n. 9 in Re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven ...
Composto nel 1823, quando l’autore era completamente sordo, è noto come l’Inno alla Gioia, in quanto questo quarto e ultimo movimento della sinfonia comprende parte dell’Ode alla Gioia composta dal poeta tedesco Friedrich Schiller nel 1785. Il brano di Beethoven è stato scelto come inno dell’Europa nel 1972 dal Consiglio d’Europa in quanto «senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa». Il Consiglio incaricò il maestro Herbert von Karajan, uno dei più grandi direttori d'orchestra del Novecento, a realizzare tre versioni strumentali per piano solo, fiati e orchestra sinfonica. Nel 1985 è stato adottato dai capi di Stato e di Governo come inno ufficiale dell'Unione Europea. Nel 2001 l’Inno alla gioia è stato dichiarato dall’Unesco Memoria del mondo.
Solitamente l’inno non viene cantato e la stessa scelta del Consiglio d’Europa parla di «senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa». A molti non piacevano le parole originarie in tedesco ed è stato proposto un testo latino più aderente allo spirito europeo. L’Inno alla gioia non sostituisce gli inni nazionali dei paesi membri, ma vuole celebrare i valori che essi condividono. L’inno viene eseguito negli eventi a carattere europeo e nelle cerimonie ufficiali che vedono la partecipazione dell’Unione Europea. (Anna Ferrero)
Ecco l’ode di Schiller:
«(O Freunde, nicht diese Töne!
Sondern laßt uns angenehmere
anstimmen und freudenvollere:)
Freude! Freude!...
(O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi:)
Gioia! Gioia!
Gioia, bella scintilla divina,
figlia di Elisio,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
Il tuo fascino riunisce
ciò che la moda separò
ogni uomo s'affratella
dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse il dono di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
vanno i buoni e i malvagi
sul sentiero suo di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero!
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!
"Gioia" si chiama la forte molla
che sta nella natura eterna.
Gioia, gioia aziona le ruote
nel grande meccanismo del mondo.
Essa attrae fuori i fiori dalle gemme,
gli astri dal firmamento,
conduce le stelle nello spazio,
che il cannocchiale dell'osservatore non vede».
Ed ecco il testo europeo della nuova composizione in latino (Hymnus Latinus Europae)
e la traduzione in italiano:
«Est Europa nunc unita
et unita maneat
una in diversitate
pacem mundi augeat.
Semper regnant in Europa
fides et iustitia
et libertas populorum
in maiore patria.
Cives, floreat Europa,
opus magnum vocat vos.
Stellae signa sunt in caelo
aureae, quae iungant nos.
L'Europa è dunque unita
e unita possa restare;
una nella diversità*
diffondano la pace nel mondo.
Regnino sempre in Europa
la fede, la giustizia
e la libertà dei popoli
in una patria più grande.
Cittadini, fiorisca l'Europa,
un'opera grandiosa vi chiama.
Ci congiungano le stelle,
aureo emblema del firmamento».
* Unità nella diversità (in latino: In varietate concordia) è il motto europeo. Nella bozza della Costituzione Europea si legge: Uniti nella diversità.