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Vita / Ci rivedremo

E’ una splendida giornata di primavera, il cinguettio di due uccellini che saltano da un ramo all’altro richiama la mia attenzione, li osservo divertita e ammiro con orgoglio il mio piccolo giardino: il prato di un verde intenso, il roseto già pieno di boccioli e il pesco in fiore. Ho voglia di uscire, di andare a fare una lunga ... - LEGGI TUTTO

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Per le sfide attuali e per i nuovi scenari internazionali occorre recuperare lo spirito e i sogni dei padri fondatori dell’Unione e muoversi più speditamente verso gli Stati Uniti d’Europa. Un cammino di integrazione non facile, anche per la salvaguardia delle diverse storie nazionali, ma necessario per esserci nelle scelte mondiali e per costruire un futuro migliore. Battaglie di retroguardia e rigurgiti nazionalisti chiudono gli spazi al futuro e costituiscono una minaccia per i valori della tradizione occidentale.

Le severe critiche all’Unione Europea, senza contributi costruttivi, si fondano su piccoli calcoli di politicanti lontani dai sogni dei padri fondatori. Voci di chi in fondo ...

non ama l’Europa e se ne ricorda solo per rivendicazioni interessate o in occasione di scadenze elettorali. Voci lanciate attraverso talk-show che ripetono quotidianamente le stesse recriminazioni.

La crescita dell’Europa unita è avvenuta non per cessione ma per condivisione di sovranità. Chi crede nell’Unione, che ci ha già regalato un lunghissimo periodo di pace, non pensa di dover cedere la sovranità a un’altra istituzione, ma di gestire insieme una sovranità più ampia, che offre prospettive migliori in un modo sempre più globalizzato.

Solo chi non ha davanti un vero orizzonte europeo può associarsi a rivendicazioni senza mettere in campo anche impegni. Un’Europa più forte e generosa verso tutti è frutto di un accresciuto coinvolgimento nazionale, tra diritti e solidarietà. Ogni paese deve fare la propria parte per poter richiedere agli altri popoli analoghi impegni. I più scettici verso l’Europa sono spesso coloro che nulla hanno fatto per farla crescere, che levano critiche ma non propongono concrete soluzioni ai problemi.

I Paesi e i Governi che credono nell’Europa scelgono per Bruxelles e Strasburgo i talenti migliori, candidano al Parlamento europeo le donne e gli uomini più prestigiosi, vigilano attentamente sulle scelte e sugli orientamenti che si delineano, intervengono con determinazione nella costruzione di validi progetti, convinti che il benessere nazionale è strettamente legato al successo comunitario. Purtroppo non è infrequente che per l’Europa si candidino figure di secondo ordine, che i parlamentari facciano registrare numerose assenze, preferendo esserci sulle reti televisive nazionali e sottraendo tempo e risorse all’impegno europeo.

L’Europa ha risorse, intelligenze, storie e dinamicità per competere nei nuovi scenari internazionali, per partecipare alle sfide che vedono protagonisti i colossi mondiali emersi ed emergenti. Una storia comune più integrata libererebbe enormi risorse: basti pensare alle colossali spese militari di ogni Stato, che sarebbero drasticamente ridotte con un esercito comune più forte ed efficiente; basti pensare a quanto si potrebbe risparmiare per le rappresentanze nazionali all’estero, mentre in molte realtà sarebbe sufficiente una adeguata rappresentanza comunitaria. Finché non maturerà una forte e diffusa consapevolezza che è necessario creare gli Stati Uniti d’Europa avremo politiche economiche frammentarie e scarsamente efficaci, una politica estera debole, politiche sociali di corto respiro e una ricorrente tentazione di alzare la voce per far sentire le proprie ragioni. Solo un’Europa forte e fortemente unita, aperta ai nuovi orizzonti e attenta alle fatiche degli ultimi, saldamente radicata sui valori che hanno segnato il progresso è in grado di sostenere le nuove sfide. In varietate concordia è il motto dell’Unione Europea: occorre essere uniti nella diversità, che poi è il destino stesso dell’umanità, se non vuole naufragare. (F.d’A.)

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