Il patrimonio artistico italiano si è formato in ampia parte nel Rinascimento, uno dei periodi di maggiore splendore della lunga storia del nostro Paese. Sviluppata sulle radici dell’Umanesimo e del recupero dell’antichità classica, l’epoca d’oro della cultura italiana parte da Firenze e si sviluppa in tutta Europa tra la fine del XIV secolo e la fine del XVI secolo. Dalla Firenze dei Medici il movimento culturale si estende alla corte papale di Pio II e Leone X, alla corte ...
napoletana aragonese di Alfonso I, alla Milano di Ludovico il Moro, alla Ferrara degli Estensi, alla Urbino di Federico da Montefeltro, alle altre corti minori ma con artisti di primo piano. Il Rinascimento si snoda tra la ripresa del platonismo e una fede nell’uomo ispirata al mondo classico che, pur non negando la religiosità fonda su cause naturali l’ordine istituito da Dio. Nuovi spazi si aprono con l’autonomia della cultura dalla religione, una visione laica della vita, una ricerca più libera e “scientifica” che portano, fra altri eccezionali traguardi, alla rivoluzione copernicana e alle scoperte geografiche.
Con Brunelleschi per l’architettura, Donatello per la scultura, Masaccio per la pittura si avvia un radicale rinnovamento della tradizione artistica, che giunge a una applicazione razionale degli strumenti matematici e geometrici e a una rigorosa applicazione delle proporzioni con la prospettiva. Rilevante è anche l’indagine psicologica che si esprime nella galleria di personaggi reali e simbolici presenti in numerosi dipinti.
L’affermazione della borghesia e, a livello politico, delle Signorie porta le famiglie aristocratiche più potenti a un’intensa attività edilizia e urbanistica, ispirata all’eleganza, che consente la riqualificazione di molte città. L’incontro tra la cultura classica latina e le nuove classi dirigenti, lo sviluppo dell’economia e dei commerci, il gusto dell’eleganza e della raffinatezza portano a risultati eccezionali. Filippo Brunelleschi studia le soluzioni tecniche romane per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze. Leon Battista Alberti si ispira al Colosseo per Palazzo Rucellai, incorporando tre diversi ordini classici e sostituendo le lesene alle colonne. A Roma Donato Bramante elabora il primo progetto della nuova Basilica di San Pietro, che poi sarà ripreso e modificato da Michelangelo e Carlo Maderno; la cupola ogivale e a costoloni riprende lo sviluppo della cupola del Duomo di Firenze. Variazioni su temi classici, insieme all’attenzione per la simmetria e le proporzioni, caratterizzano le realizzazioni delle ville venete, in cui domina il genio di Andrea Palladio. Le teorie palladiane, esposte nei Quattro libri dell'architettura, influenzano numerosi artisti anche in Europa e in America.
L’arte rinascimentale si esprime anche in tante chiese, rocche, edifici pubblici e in splendide sistemazioni urbanistiche, come la Piazza Ducale di Vigevano. L’architettura civile porta alla realizzazione di numerosi palazzi privati: fra i tanti, ricordiamo Palazzo Medici di Michelozzo Michelozzi e Palazzo Strozzi Palazzo di Benedetto da Maiano a Firenze, Palazzo Diamanti di Biagio Rossetti a Ferrara. Grande rilievo ha anche l’architettura militare. Leonardo è al servizio di Cesare Borgia come architetto e ingegnere militare e realizza schizzi progettuali di fortificazioni e disegni di complicate macchine belliche. L’influenza di Francesco di Giorgio Martini è evidente nei castelli di Taranto e di Otranto.
Eccezionale è lo sviluppo delle arti figurative. Lunghissimo è l’elenco degli artisti che operano in questo eccezionale periodo culturale. A Firenze sono attivi, fra gli altri, Lorenzo Monaco, Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Beato Angelico, Domenico Veneziano, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Piero della Francesca, Michelangelo; a Roma operano Benvenuto Cellini, Rosso Fiorentino, Parmigianino, ritroviamo Michelangelo, arrivano Bramante e Raffaello; in Veneto tra la folla di artisti troviamo Donatello, Sansovino, Tintoretto, Veronese, Giorgione, Jacopo Bellini, Antonello da Messina; a Milano con gli Sforza svolgono un’intensa attività Bramante e Leonardo; a Mantova, presso i Gonzaga, operano Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna. Numerosi gli artisti, anche stranieri, che lavorano anche presso altre corti italiane. Ci siamo limitati a citare solo alcuni nomi per una realtà artistica di primissimo piano, illustrata in volumi che riempiono intere biblioteche.
Forse solo un nuovo Rinascimento, che punti sulla cultura, sull’arte e sulla creatività, potrà ridare un ruolo da protagonista all’Italia nel mondo globalizzato, dove è troppo piccola per competere con i colossi tradizionali ed emergenti, ma dove con la bellezza paesaggistica potrà far valere il patrimonio culturale e artistico che non ha uguali al mondo. (Felice d'Adamo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA