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INCIPIT L'inizio di ...

Tristano

di Thomas Mann

(Germania 1875-1955)

Eccoci qui, al sanatorio “La Quiete”! Col suo lungo fabbricato principale e le ali contigue, si stende, bianco e rettilineo, in mezzo all’ampio giardino, che assai piacevolmente adornano grotte, pergolati e chioschetti rivestiti di corteggia d’albero; mentre dietro i tetti d’ardesia si ergono, imponenti, verso il cielo i monti verdi d’abeti e digradanti in piacevoli dirupi.

Ancora il dottor Leander dirige lo stabilimento: barba nera biforcuta, dura e riccia come il crine di cavallo di cui s’imbottiscono i mobili; lenti grosse, scintillanti; aspetto di uomo che la scienza ha raggelato, indurito e riempito di un calmo e indulgente pessimismo…

Cultura come il pane

Le vie dei libri sono infinite e, mentre si assiste a un calo dell’editoria cartacea, si aprono nuove strade per i volumi tradizionali che da millenni hanno accompagnato l’umanità. E’ in forte espansione il BookCrossing, una pratica nata negli Stati Uniti e ora in crescita anche in Italia, nota anche ... - LEGGI TUTTO

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Una delle tante vittime della ferocia nazista dimenticate è Mafalda di Savoia. Figlia del re d’Italia Vittorio Emanuele III e della regina Elena del Montenegro, ha finito i suoi giorni nel campo di sterminio di Buchenwald il 28 agosto 1944. Suo papà è stato complice e protagonista del periodo fascista, favorendo l’ascesa di Mussolini dopo la Marcia su Roma e la politica che ha portato anche alle leggi razziali e alla guerra mondiale, e lei ha pagato con la vita le colpe di una ...

dinastia, quando l’Italia ha voltato pagina.

Mafalda di Savoia, principessa d'Italia per nascita, divenne principessa d’Etiopia e d’Albania, quando queste entrarono a far parte del Regno e dell’Impero italiano. Sposò il principe tedesco Filippo d’Assia-Kassel nel 1925 e nel settembre 1943, al momento della firma dell’armistizio, si trovava in Bulgaria presso sua sorella Giovanna, che aveva sposato il re bulgaro Boris III, allora in fin di vita. Non sapeva nulla della svolta politica e dell’armistizio, tenuta all’oscuro perché suo marito era un fedele di Hitler. Durante il viaggio di ritorno venne informata delle vicende italiane dalla regina Elena di Romania, che salì personalmente sul treno su cui viaggiava e cercò di farle interrompere il viaggio per Roma. Mafalda non seguì il consiglio, certa che non avrebbe corso rischi per la sua incolumità, essendo anche principessa tedesca per il matrimonio con Enrico.

Il viaggio di ritorno in Italia ebbe come tappa l’ambasciata italiana a Budapest e poi in aereo avrebbe dovuto raggiungere Bari. Atterrò invece a Pescara e, dopo una breve permanenza a Chieti, riuscì a tornare a Roma e a rivedere i suoi figli, che si trovavano in Vaticano protetti da monsignor Montini, poi Paolo VI. Mafalda non sapeva che il marito era stato arrestato e si trovava già in Germania. Qualche giorno dopo, scattò l’Operazione Abeba: il comando tedesco la convocò per un incontro telefonico con il marito e, quando fu nell’ambasciata, l’autista venne arrestato e lei fu fatta imbarcare su un aereo con destinazione Monaco di Baviera. Fu poi portata a Berlino e quindi nel lager di Buchenwald. Le imposero di non rivelare la sua identità, le venne assegnato il nome falso di von Weber, fu rinchiusa nella baracca numero 15 e le fu affiancata una testimone di Geova, dalla quale i tedeschi contavano di avere particolari confidenze sull'Italia. Intanto suo marito Enrico era stato rinchiuso nel campo di concentramento di Flossenbürg.

Mafalda rimase gravemente ferita quando giunsero gli alleati che bombardarono il campo di Buchenwald. Le fu amputato un braccio andato in cancrena, subì un dolorosissimo intervento nel postribolo che fungeva da ospedale e, abbandonata a sé stessa, morì dissanguata. Il sacerdote addetto alla benedizioni dei morti, venuto a sapere che si trattava della principessa italiana, ottenne che non finisse nel forno crematorio. Venne seppellita in terra con il numero 262 e la scritta Eine unbekannte Frau - Una donna sconosciuta. Ora riposa nel cimitero di Cronburg, dove fu trasferita dopo la guerra. La vegliano ancora una croce di legno e una piccola lapide apposta da un gruppo di italiani già nel campo di Buchenwald.(Felice d'Adamo)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

EXPLICIT La fine di ...

Il gattopardo

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

(Palermo 1896-1957)

… Pochi minuti dopo quel che rimaneva di Bendicò venne buttato in un angolo del cortile che l’immondezzaio visitava ogni giorno: durante il volo giù dalla finestra la sua forma si ricompose un istante: si sarebbe potuto vedere danzare nell’aria un quadrupede dai lunghi baffi e l’anteriore destro alzato sembrava imprecare. Poi tutto trovò pace in un mucchietto di polvere livida.

Tanti libri in libertà

Le vie dei libri sono infinite e, mentre si assiste a un calo dell’editoria cartacea, si aprono nuove strade per i volumi tradizionali che da millenni hanno accompagnato l’umanità. E’ in forte espansione il BookCrossing, una pratica nata negli Stati Uniti e ora in crescita anche in Italia, nota anche ... - LEGGI TUTTO

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